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Si allontana il pivot della Fed, se ne riparla nel secondo semestre 2024?

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I principali indici azionari U.S.A. SP500 e Nasdaq 100 hanno segnato perdite vicine al 2%, ribassi che non si vedevano da mesi, dopo che i dati sull’inflazione del mese di gennaio sono stati più alti del previsto.

Anche i rendimenti dei titoli del Tesoro si sono impennati di 10 punti base, perché il mercato comincia a dubitare del fatto che la Federal Reserve può essere in grado di tagliare i tassi più volte quest’anno.

C’è da dire che i rendimenti del 10 yr Treasury not stavano già salendo da più di un mese, ma il mercato azionario continuava ad essere alimentato dalla narrativa del pivot della FED, prima previsto per marzo, posi slittato per maggio una parte fondamentale della tesi rialzista per il mercato azionario.

L’inflazione non molla, anche se l’incremento è stato solo di poco sopra le aspettative

A gennaio l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% rispetto a dicembre. L’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 3,1% su base annua.

Il consensus di mercato vedeva l’indice dei prezzi al consumo in aumento dello 0,2% su base mensile e del 2,9% su base annua.

La core inflation, che non tiene conto dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, tradizionalmente più volatili, è aumentata dello 0,4% mese su mese e del 3,9% rispetto a un anno fa.

La variazione della core inflation è molto simile all’incremento dei salari su base annua, perché con la disoccupazione al minimo permane la pressione sugli aumenti salariali il consensus sui dati della core inflation vedeva un rialzo rispettivamente dello 0,3% su base mensile e del 3,7% su base annua.

Immediatamente il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni è salito di 10 punti base al 4,27%, toccando un nuovo massimo per il 2024, con un rialzo di 40 punti base al rendimento di fine dicembre 2023 che si era attestato al 3,88%.

Nel corso degli ultimi 30 giorni c’era stata una forte divergenza tra mercato azionario in forte rialzo e rendimenti dei Treasury a 10 anni rendimenti obbligazionari sotto pressione da quando il presidente della Federal Reserve Jerome Powell aveva smorzato le aspettative degli investitori sul fatto che fosse imminente un taglio dei tassi.

I dati di martedì hanno alimentato i dubbi sulla capacità della banca centrale di ridurre i costi di finanziamento tanto quanto avevano previsto gli investitori.

Lo strumento FedWatch del CME mostra che un taglio dei tassi a maggio da parte della Federal Reserve è in gran parte fuori discussione, almeno secondo gli ultimi dati sui prezzi dei futures sui fondi federali a 30 giorni dopo la pubblicazione all’inizio di martedì di gennaio dei numeri dell’indice dei prezzi al consumo più forti del previsto.

La probabilità di un taglio dei tassi a maggio è crollata al 36,6%, rispetto al 52,2% di lunedì, mentre la probabilità che la Federal Reserve mantenga i tassi stabili è ora salita al 60,8%, rispetto al 39,3% di ieri, secondo il calcolatore CME.

D’altro canto, la probabilità di un taglio dei tassi a giugno è ora pari al 78,6%, in calo rispetto al 92,2% di lunedì, mentre le probabilità che la Fed mantenga i tassi stabili quando inizierà ufficialmente l’estate sono intorno al 21,4% martedì, contro appena il 7,8%. Ieri.

Il ruolo di arbitro della Fed nell’ambito dell’anno delle elezioni Presidenziali U.S.A.

Il grosso rischio per i mercati è che, se non ci saranno le condizioni per un ribasso dei tassi entro il mese di luglio, molto difficilmente la FED inizierà ad abbassare i tassi prima delle elezioni Presidenziali previste per il mese di novembre di quest’anno.

Se lo facesse, in qualche modo potrebbe essere accusata di favorire il Presidente uscente e per questo motivo normalmente la FED è restia a modificare la propria politica sui tassi di interesse nei 3 mesi precedenti alle elezioni Presidenziali, a meno che non si verifichi una recessione conclamata.

Quest’ultima ipotesi però rimane decisamente poco probabile, considerando la forza dell’economia e del mercato del lavoro.

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Roberto Contini
Roberto Contini
Operante nel settore investimenti da più di 30 anni, socio fondatore della Società Italiana di Analisi Tecnica, affiliata all’IFTA dal 1988, ha ricoperto ruoli da analista tecnico e fondamentale in Italia e all’estero ed è stato per 15 anni Responsabile Investimenti prima e successivamente Responsabile Area Advisory in Banca Intermobiliare d’Investimenti e Gestioni (BIM). Skills : Asset allocation, analisi tecnica e fondamentale, Macro View, stock picking

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